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Ho lasciato passare un mese dalla sentenza su Domenico Mirra, per constatare che purtroppo nulla è cambiato in FIDAL. Non che ne avessi il minimo dubbio. Per chi non si ricordasse la storia e senza scendere troppo nei dettagli, in occasione dell’ultima edizione della 100 km del Passatore, il corridore in questione percorse diversi tratti in automobile. Poi, col favore delle tenebre, discese dall’auto poco prima dei vari controlli, al fine di transitare con il chip sui tappeti utilizzati per questa verifica. A fregarlo furono i mirabolanti quanto incredibili tempi intermedi di alcune frazioni, insieme al clamore dato alla vicenda da Podisti.net.
Ecco alcune considerazioni sui vari attori di questa storia:
Il tagliatore
Risparmiando ogni commento sull’azione in se stessa, con l’ulteriore aggravante di essere un Giudice FIDAL, oggi guardiamo all’unica cosa positiva: Domenico Mirra ha ammesso l’errore, mentre c’è chi, in analoghe situazioni, continua a negare l’evidenza.
La società di appartenenza
Di propria iniziativa e senza attendere la giustizia sportiva, l’ ASD Napoli Nord Marathon ha emesso un comunicato nel quale ha “squalificato” per un anno l’atleta. Non pensiate avvenga sempre così: purtroppo in altri casi le società in questione si sono limitate a prendere le distanze o addirittura a fare gli struzzi.
Podisti.net
Continua a svolgere il suo ruolo d’informazione. E’ brutto constatare la somiglianza con ciò che accade agli inviati di “Striscia la notizia”: finché non arrivano loro a mettere in piazza determinate anomalie, le istituzioni non intervengono. E ciò vale anche per altre magagne. Ad esempio per le gare competitive mascherate da non-competitive. Un anno fa una storia del genere in una cittadina tra Milano e Novara. Articolo di Podisti.net e reazione Federale. Da allora il nulla e basta vedere volantini e resoconti degli uffici stampa per capire che ci sarebbe almeno un caso alla settimana.
La società organizzatrice della corsa
Come capita sempre, la società si tira indietro, alla Ponzio Pilato, dichiarando che non è il suo mestiere verificare o segnalare simili situazioni. Insomma, basta che non sia una vicenda legata ai primi, gli altri possono fare quel che vogliono. Basta che paghino l’iscrizione…
FIDAL
Verrebbe quasi da dire che il “povero” Mirra meriterebbe il condono. Ma non in quanto ha confessato, come sostenuto anche da un caro amico nei commenti ad un precedente articolo. Perché sarebbe come dire che se vado a rubare e mi prendono, basta che confessi e non vado in prigione…
Mirra sarebbe da condonare in quanto a molte gare avvengono casi analoghi di tagli o irregolarità varie e la FIDAL ben si guarda da intervenire. Perché punire uno, con un antipatica sentenza esemplare, e poi continuare con le fette di salame sugli occhi con tutti gli altri? O forse sanzionarlo comporta solo tanta fatica e denaro che non sono coperti dalla multa comminata (333€)?
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